Google e Unicef uniti contro il Virus Zika. Quando il web si mette al servizio della medicina

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di Simona Lotta 08/03/2016 ECONOMIA E WELFARE
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Zika, il tremendo virus trasmesso dalle zanzare che ha diffuso il panico soprattutto in Sudamerica, accusato di poter provocare gravi malformazioni nei neonati ha bisogno di nemici dichiarati che sostengano, chi di dovere, nell’eradicazione dello stesso. Chiunque penserebbe ad una lotta condotta soltanto dalla medicina ufficiale e, invece, nell’era dei social, dei servizi finanziari plus500 apprendistatoprovinciadiroma offerti sul web (dettagli su http://www.apprendistatoprovinciaroma.it/plus500/), Internet incontra la medicina, la prevenzione e la sicurezza del pubblico. 

Non è la prima volta, Già in passato Google, ad esempio, ha vissuto esperienze simili nell'uso del suo motore di ricerca per anticipare l’informazione in merito alla diffusione di epidemie negli Stati Uniti. A questo proposito il motore di ricerca più utilizzato al mondo sta investendo e lavorando con le sue risorse e i suoi algoritmi, fianco a fianco con l’Unicef per fermare il virus.

Google, divisione di Aphabet, ha ufficialmente reso noto di aver offerto un milione di dollari all'organizzazione umanitaria per l'infanzia col fine di aumentare l'informazione e la conoscenza del virus, per ridurre significativamente la popolazione di zanzare infette e per altre iniziative sul campo in America Latina.

 

Tra le diverse azioni da finanziare ci sono aggiornamenti dei suoi prodotti e servizi per rendere più agevole ottenere informazioni corrette sul tema. Il motore di ricerca ha visto, da novembre ad oggi, un incremento del 3000% riguardo l’attività del virus. Sono state inserite indicazioni aggiornate in sedici lingue.

Fattivamente il motore di ricerca aiuta i ricercatori nella mappatura e individuazione dei trend. A lavorare sui dati, poi, una squadra di scienziati, ingegneri e tecnici di Google, tutti volontari, che cooperando con l'Unicef incrociano tutti questi dati a altri elementi, che vanno dalle condizioni metereologiche ai flussi di viaggio, e come risultato identificare e visualizzare eventuali nuovi focolai.

Gli algoritmi Google erano già stati incrociati in passato per analizzare gli input ricavati dal suo motore di ricerca in relazione all'incidenza di specifiche malattie e epidemie. Ok, la benedetta privacy viene messa un po’ da parte ma se il fine ultimo e’ la salute umana? Un uso dei big data, tanto discussi e spesso criminalizzati, che può essere accettato? Se consideriamo che le autorità sanitarie dipendono dalla raccolta di dati accertati e risultano, quindi, più lente come possiamo non benedire l’uso di tali strumenti? Senza creare allarmisimi, si capisce. 


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